Geni, ambiente, stile di vita

Perché si diventa allergici?

Le allergie sono una delle malattie croniche più diffuse. Eppure la scienza non ha ancora trovato una risposta precisa a questo mistero dei tempi moderni: perché le allergie sono diventate un fenomeno di massa?

Questa incertezza lascia intendere che non esistono modelli esplicativi semplici. Senz’altro alla base dell’aumento del rischio ci sono fattori di tipo congenito. Oltre alla predisposizione genetica, probabilmente favoriscono l’insorgenza delle allergie anche svariati influssi ambientali e comportamenti quotidiani.

Cosa destabilizza il sistema immunitario?

Tra gli influssi indiziati e i fattori di rischio più discussi rientrano:

  • eccesso di igiene, riduzione del carico di parassiti: il sistema immunitario è troppo poco sollecitato o non impara a tollerare gli influssi innocui
  • sostanze nocive, impatto ambientale: fumo, gas di scarico (traffico e industria), inquinamento atmosferico, sostanze chimiche, ecc.
  • cambiamento delle abitudini di vita, ad esempio stress, alimentazione, allattamento, variazione dei componenti del nucleo familiare, cura dei figli
  • alterazioni del microbiota (“flora batterica”) a livello intestinale e cutaneo
  • farmaci e vaccini
  • disturbi psichici
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Quando l’igiene provoca allergie

Negli ultimi decenni c’è stato un boom delle malattie allergiche nei Paesi industrializzati. Secondo molti esperti, la crescente diffusione delle allergie nei Paesi sviluppati sarebbe da attribuire allo stile di vita imperante in queste aree, ossia quello occidentale.

Un sistema immunitario sottostimolato

Tra i fautori di questa teoria c’è anche l’esperto britannico David P. Strachan, che nel 1989 introdusse la cosiddetta “ipotesi dell’igiene”. In sostanza, secondo Strachan, il sistema immunitario dei bambini cresciuti in un ambiente contraddistinto da elevati standard igienici (cosa che senz’altro ha enormi vantaggi per la salute e scongiura ben altri problemi!) non era stimolato a sufficienza.

Rispetto al passato, batteri, virus, vermi e altri parassiti sono meno diffusi. I prodotti per la pulizia e la cura personale, i detergenti, l’igiene alimentare e i progressi della medicina hanno ridotto notevolmente la presenza di questi “coinquilini”. Perciò le difese immunitarie, “annoiate” dalle nuove condizioni, hanno iniziato ad attaccare sostanze innocue disperse nell’ambiente, in una sorta di reazione contraria. Questi assalti rappresentano la base per lo sviluppo di un’allergia.

I medici sospettano che questa sottostimolazione del sistema immunitario – un elemento ancora abbastanza nuovo nella storia dell’umanità – influisca anche su altre malattie da civilizzazione, come la dermatite atopica, la malattia di Crohn e la sclerosi multipla.

Ma allora lo sporco fa bene?

Non esistono ancora prove definitive a supporto dell’ipotesi dell’igiene e i detrattori non mancano di certo. Tuttavia sembra esserci un fondo di verità nella spiegazione avanzata da Strachan.

Ad esempio i bambini che crescono in una fattoria o frequentano l’asilo sviluppano allergie con un’incidenza relativamente minore. In luoghi del genere, infatti, i bambini vengono a contatto con una molteplicità di agenti patogeni, pertanto il loro sistema immunitario è sufficientemente impegnato e non ha bisogno di ulteriori diversivi.