Diario, aghi e una sfilza di domande: un lavoro da detective
Il percorso verso la diagnosi di allergia
Per formulare la diagnosi servono un fiuto da criminologo e una procedura ben precisa, elementi imprescindibili per scovare il “responsabile” tra migliaia e migliaia di allergeni.
Il diario delle allergie, uno strumento prezioso
Innanzitutto il medico si informa sulla tipologia e sulla gravità dei sintomi: da quanto si protraggono? Quando si manifestano i disturbi, e in quali circostanze? Quando migliorano? Quando peggiorano? Quanto durano?
Per rispondere con precisione a queste domande, è opportuno tenere un diario delle allergie, dove il paziente può annotare non soltanto i disturbi, ma anche ciò che mangia, le attività che pratica e gli influssi ambientali a cui si sottopone.
I test cutanei che fanno chiarezza
Per inchiodare definitivamente il “colpevole”, di solito è necessario eseguire un test cutaneo. Esistono diversi metodi, tutti basati sullo stesso principio. Gli allergeni sospetti vengono applicati sulla pelle tramite un cerotto (patch test) o immessi nella superficie cutanea pungendo la pelle con un ago sottilissimo (prick test) o scalfendola (scratch test).
Se il paziente è ipersensibile a un allergene, è possibile osservare nell’area corrispondente una reazione cutanea (arrossamento, gonfiore, formazione di vescicole).
Provocare una reazione per avere una diagnosi
Se non si ottiene un esito chiaro nemmeno con gli esami di cui sopra, si può proseguire con un test di provocazione. In questo caso, a seconda della forma allergica, l’allergene viene somministrato per via inalatoria (allergia ai pollini) o per via orale (allergia alimentare).
Anche alcuni esami del sangue possono rivelarsi utili ai fini di una diagnosi di allergia. A seconda della forma allergica, ad esempio, è possibile rintracciare determinati anticorpi. Inoltre le analisi del sangue permettono di rilevare l’attività delle cellule immunitarie o una concentrazione di molecole messaggere (ad es. istamina). Ad ogni modo non è facile interpretare gli esiti di questi test in vitro, che devono sempre essere valutati tenendo in considerazione anche i sintomi e i risultati di altri esami. Al momento sono in corso ricerche intensive per elaborare e sviluppare ulteriori procedure per le analisi del sangue.