Negli ambienti di lavoro si utilizzano molte sostanze in grado di provocare un’allergia. Tra queste rientrano ad esempio sostanze chimiche quali tinte per capelli, disinfettanti, profumi, materiali da costruzione e metalli. Gli allergeni che penetrano nell’organismo attraverso la cute o le vie respiratore possono anche avere un’origine naturale: ne sono un esempio le polveri di legno e farine, il pelo di animali, i pollini, il lattice e le polveri di mangimi.
Dai panettieri ai veterinari
Altrettanto numerose sono ovviamente le categorie professionali che sviluppano allergie di questo tipo. Parrucchieri, veterinari, addetti alle pulizie, operatori forestali, personale sanitario, odontotecnici, fiorai e molti altri possono diventare allergici proprio sul luogo di lavoro. Un tratto caratteristico di questa forma allergica è che i disturbi migliorano nel tempo libero, ossia nel fine settimana o durante le ferie.
A seguito dell’esposizione all’allergene spesso compare una dermatite da contatto. L’allergia può manifestarsi anche sotto forma di asma allergico (il cosiddetto “asma del panettiere”), rinite allergica, congiuntivite o orticaria. Spesso i disturbi sono talmente intensi da costringere i soggetti colpiti a cambiare lavoro.
Ridurre al minimo l’esposizione
Esistono vari accorgimenti per prevenire lo sviluppo di un’allergia o alleviare i disturbi:
- utilizzare guanti in lattice ipoproteici senza polvere
- differenziare le attività svolte, in modo da non essere sempre esposti alle stesse sostanze
- indossare maschere e indumenti protettivi
- lavorare in ambienti con ridotta quantità di polveri