Un contatto che può costare caro

Gli innumerevoli fattori scatenanti dell’allergia da contatto

Che cosa hanno in comune vernici, bigiotteria e deodoranti? Tutti e tre contengono sostanze che possono provocare un’allergia da contatto. Ma l’elenco non finisce qui: sono migliaia i prodotti potenzialmente pericolosi, da profumi e oli essenziali a coloranti e conservanti, fino ai composti chimici contenuti in materiali da costruzione come il cemento.

La causa più comune di questa forma allergica è il nichel, un metallo presente ad esempio nei bottoni dei jeans e nella bigiotteria.

Una malattia con una storia pregressa

Il tratto tipico di questa forma allergica è che si sviluppa in un arco di tempo piuttosto lungo. Il contatto ripetuto con l’allergene implica in un primo momento l’attivazione del sistema immunitario, che senza dare alcun segnale continua a lavorare, anche per mesi o anni con alcune sostanze.

Se si sviluppa una sensibilità, il rinnovato contatto con l’allergene scatena una reazione allergica di ipersensibilità ritardata. Ciò significa che a distanza di 12-72 ore dal contatto compare sull’area interessata una dermatite da contatto, caratterizzata da arrossamento, gonfiore, vescicole sierose e desquamazione.

Tenersi alla larga dagli allergeni

Ai fini terapeutici, la prima cosa da fare è evitare la sostanza irritante (carenza allergenica).

Per identificare l’allergene responsabile si può eseguire un patch test, che consiste nell’applicare sulla cute del paziente le sostanze sospette fissate a un apposito cerotto; dopodiché il medico valuterà le reazioni, la prima volta nell’arco della giornata e la seconda volta dopo 72 ore.

 

Sviluppare un’allergia sul posto di lavoro

Le allergie professionali

Negli ambienti di lavoro si utilizzano molte sostanze in grado di provocare un’allergia. Tra queste rientrano ad esempio sostanze chimiche quali tinte per capelli, disinfettanti, profumi, materiali da costruzione e metalli. Gli allergeni che penetrano nell’organismo attraverso la cute o le vie respiratore possono anche avere un’origine naturale: ne sono un esempio le polveri di legno e farine, il pelo di animali, i pollini, il lattice e le polveri di mangimi.

Dai panettieri ai veterinari

Altrettanto numerose sono ovviamente le categorie professionali che sviluppano allergie di questo tipo. Parrucchieri, veterinari, addetti alle pulizie, operatori forestali, personale sanitario, odontotecnici, fiorai e molti altri possono diventare allergici proprio sul luogo di lavoro. Un tratto caratteristico di questa forma allergica è che i disturbi migliorano nel tempo libero, ossia nel fine settimana o durante le ferie.

A seguito dell’esposizione all’allergene spesso compare una dermatite da contatto. L’allergia può manifestarsi anche sotto forma di asma allergico (il cosiddetto “asma del panettiere”), rinite allergica, congiuntivite o orticaria. Spesso i disturbi sono talmente intensi da costringere i soggetti colpiti a cambiare lavoro.

Ridurre al minimo l’esposizione

Esistono vari accorgimenti per prevenire lo sviluppo di un’allergia o alleviare i disturbi: 

  • utilizzare guanti in lattice ipoproteici senza polvere
  • differenziare le attività svolte, in modo da non essere sempre esposti alle stesse sostanze
  • indossare maschere e indumenti protettivi
  • lavorare in ambienti con ridotta quantità di polveri