Quando l’allergene è un compagno di letto
Un’allergia molto comune: quella agli acari della polvere
L’allergia agli acari si colloca al secondo posto nella classifica delle forme allergiche più comuni, subito dopo il raffreddore da fieno.
Il fattore scatenante, però, non sono gli acari in sé, bensì alcune sostanze proteiche presenti nelle loro feci. Entrando a contatto con le mucose delle vie respiratorie o la congiuntiva, questi allergeni scatenano una reazione allergica di tipo 1 (ipersensibilità immediata). Tra i sintomi si evidenziano raffiche di starnuti, rinorrea, occhi che lacrimano, ma anche tosse e difficoltà respiratorie.
Il letto, il luogo del delitto
I disturbi sono particolarmente intensi durante la notte e la mattina subito dopo il risveglio. Il motivo è semplice: questi microscopici ragnetti si annidano in materassi e lenzuola, dove trovano condizioni di vita ideali per loro. Questi ambienti sono infatti caratterizzati da caldo, umidità relativamente alta e tantissime squame della pelle, di cui gli acari si nutrono. Anche moquette e mobili imbottiti sono un invito a nozze per questi animaletti.
Mettere fuori gioco gli acari
Il primo passo terapeutico consiste – per quanto possibile – nell’evitare che le feci degli acari raggiungano le vie respiratorie e gli occhi. È impossibile sbarazzarsi completamente degli acari, ma gli accorgimenti indicati di seguito permettono se non altro di complicarne l’esistenza:
- utilizzare rivestimenti antiacaro per materassi, cuscini e piumoni
- lavare cuscini, coperte e rivestimenti antiacaro ogni otto settimane a 60 gradi, le lenzuola tutte le settimane
- passare regolarmente l’aspirapolvere e spolverare i mobili con un panno umido
- evitare i complementi di arredo in cui si annida la polvere, come scaffali aperti, tende, mobili imbottiti con rivestimenti in stoffa e peluche, soprattutto nella camera da letto
- arieggiare bene tutte le stanze, mantenere l’ambiente fresco e asciutto